DAL 23 SETTEMBRE 2015 IN LIBRERIA UNA BIRRA AL VOLO un progetto BALADIN E VOLOLIBERO EDIZIONI PRESENTA NEL GIORNO DELLA SUA USCITA MANUEL AGNELLI senza appartenerne a niente mai www.vololiberoedizioni.it/manuel-agnelli/ www.facebook.com/ManuelAgnelliBook di Federico Guglielmi Prefazione Manuel Agnelli MERCOLEDI' 23 SETTEMBRE ORE 18,00 C/O BALADIN MILANO Via Solferino 56 Milano SARANNO PRESENTI: Federico Guglielmi Autore, giornalista, scrittore e critico musicale Manuel Agnelli Protagonista del libro e musicista Modera l'incontro Niccolò Vecchia Autore e conduttore radiofonico di Radio Popolare IL LIBRO, CHE SARA' DISPONIBILE DAL 23 SETTEMBRE IN LIBRERIA E NELLE PIATTAFORME DIGITALI, E' GIA' DA ORA IN VENDITA IN ANTEPRIMA SULLO STORE DI VOLOLIBERO EDIZIONI www.vololiberoedizioni.it/store/#!/Libri/c/2563643/offset=27&sort=normal La storia di Manuel Agnelli si intreccia inevitabilmente con quella degli Afterhours, ma non solo. Dal primo demo dell'87 a oggi, il musicista/autore milanese è comunque sempre stato il leader indiscusso della band rock più blasonata d'Italia, e “Manuel Agnelli – Senza appartenere a niente mai” ripercorre questi anni analizzando la storia degli “After” ma anche tutte le esperienze parallele (artistiche, organizzative, produttive e discografiche) che fanno parte del percorso del protagonista. Il libro si sviluppa con una lunga intervista inedita di Federico Guglielmi realizzata per questo libro, una raccolta di interviste degli scorsi anni, le recensioni scritte in occasione delle uscite discografiche della band ed il resoconto delle nottate trascorse in RAI durante le conduzioni del giornalista romano. Conclude il tutto una dettagliata discografia dell'artista. Federico Guglielmi Classe 1960, romano e romanista, ha alle spalle trentasei anni di professione nel campo del giornalismo rock (e dintorni). Fondatore e direttore del mensile "Velvet" e del trimestrale "Mucchio Extra", per un paio di decenni è stato responsabile delle pagine musicali de "Il Mucchio Selvaggio" e lo è tuttora di quelle di "Audio Review". Collabora con "Blow Up" e "Classic Rock Italia", cura una rubrica su fanpage.it e ha un blog, "L'ultima Thule", che ha vinto l'Indie Blog Award 2014 per il miglior blog musicale. Ha inoltre scritto per "Rockerilla", "Rumore", "Rockstar", "Bassa Fedeltà" e varie altre riviste e pubblicato una ventina di libri; è stato conduttore di trasmissioni radiofoniche della RAI (Stereonotte, Stereodrome, Planet Rock...), ha firmato la produzione artistica di ventidue dischi e curato alcune decine di ristampe o lavori con materiali d'archivio. E molto altro. MANUEL AGNELLI - senza appartenere a niente mai E' il nuovo libro con il marchio "Una Birra Al Volo" una collaborazione tra il birrificio Baladin (www.Baladin.it) e Vololibero Edizioni. Il Mastro Birraio Teo Musso consiglierà la giusta birra con cui accompagnare la lettura dei libri della Vololibero. il progetto "Una Birra Al Volo" é un accordo tra il birrificio agricolo Baladin e la Vololibero Edizioni, due realtà artigianali che, ognuna nel suo settore, hanno come punto d'incontro la qualità. L'amicizia tra Teo Musso con il suo mondo Baladin, fatto di birre, follia e creatività, e Claudio Fucci di Vololibero, casa editrice indipendente “musico dipendente”, ha origini rock; un'epifania nata davanti ad una birra a parlare della comune passione per la musica. Dallo scorso febbraio è possibile leggere alcuni libri del catalogo Vololibero sorseggiando una birra presso i locali italiani della catena Baladin (l'elenco sul sito)
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Cattivi di Torchio Maurizio Dati2015, 182 p., rilegato Editore Einaudi (collana Supercoralli) Maurizio Torchio nato a Torino nel 1970. Laurea in filosofia e dottorato in sociologia della comunicazione. Lavora al Centro Storico Fiat. Ha girato un documentario (Votate agli stipendi Fiat, 2003), pubblicato un libro di racconti (Tecnologie affettive, 2004) e due romanzi (Piccoli animali, 2009; Cattivi, 2015). Vive a Milano. Sposato con Ilaria, ha un bambino che si chiama Pietro. Recensione a cura di Marialuisa Brunetti Accattivanti già di per sé il titolo e l’immagine di copertina suscitano immediatamente l’attenzione del lettore e aprono sul viaggio che Maurizio Torchio ci propone fra le pagine di questo romanzo. Il termine “cattivo”, dal latino captīvus «prigioniero», e la bellissima immagine in bianco e nero di un uomo a braccia aperte, fanno deliberatamente da apripista ad un racconto narrante la realtà del mondo carcerario che da sempre, anche se non in modo continuativo, è oggetto di diatribe, dibattiti e scontri, e che risente dei vari contesti socio-culturali che nella storia si sono susseguiti. Condannati … senza un nome proprio, ma solo titolati con soprannomi guadagnati durante la quotidianità della prigionia, per alcuni oggetto di derisione, per altri da esibirsi quasi come apparente trofeo (Toro, Piscio, Comandante, le guardie, gli Enne …). La voce narrante in prima persona è quella di un ergastolano, condannato prima per sequestro di persona e dopo per omicidio, che ci porta nella quotidianità della reclusione raccontandoci le sensazioni provate e vissute fin dal primo giorno di arrivo: “Ti dicono: Orecchie. Tu pieghi le orecchie e ti giri, prima a destra, poi a sinistra. Narici. Inclini la testa all’indietro, per facilitare l’ispezione. Bocca. Apri la bocca. Le porte del corpo di schiudono a comando. Apri la bocca ma non ti alimentano. Non aggiungono: controllano che tu non abbia. Solleva la lingua. Obbedisci. Tira fuori la lingua. Obbedisci. Gengive. Scosti le labbra, usando le mani. Le tue dita a disposizione delle guardie.” Un cattivo quindi, ci racconta come l’unica strada per sopravvivere a quel mondo sia farlo proprio nella sua realtà più cruda, fino a perdere il concreto confine fra senso di libertà e prigionia, e in un ossimoro, farne la propria casa, la propria famiglia, dove “se ti svegli con il batticuore, per fortuna la prigione è lì che ti aspetta”; dove la vita dei carcerati si fonde con quella delle guardie, in un rapporto di conoscenza reciproca e legame quasi indissolubile, e dove in un apparente crudele gioco fra guardie e ladri “nessuno si salva da solo”. “Hai l’ergastolo, perché ritorni?”… “Toro non sa sparire” “Comandante era brillante, da giovane. Era già comandante. Adesso è ancora, e soltanto, per poco, comandante. Era davvero convinto di comandare.” Una conoscenza questa, raggiunta e maturata nello scandire degli anni, dei giorni, dei minuti, intessuta fra le trame e gli orditi di ogni singolo senso, che studia e fa proprio anche il più piccolo rumore, suono, colore, espressione, parola, silenzio, sempre all’erta, sempre sulla difensiva: “Chiedersi non: Cos’è; ma: Cosa nasconde?” Le descrizioni tragicamente reali che il narrante ci consegna, sono di vite sempre in bilico fra il desiderio di (soprav)vivere e/o morire, ed ogni oggetto anche il più banale può essere in qualsiasi momento determinante e risolutivo. Nella continua e costante alternanza di concessioni e privazioni, subite e osservate, egli sembra realizzare una sorta di viaggio interiore che attraverso la sofferenza lo porta a scoprire la vita nella sua essenza più pura. Cattivi e guardie sono due diverse facce della stessa medaglia, la comune appartenenza ad un mondo di confine volutamente dimenticato dalla società “civile”, anche e soprattutto nella dignità umana. Una società che non sfama il torto subito tramite lo scontare della condanna del “cattivo”, ma che deliberatamente infierisce, con la spazzatura che marcisce fuori dal carcere e che emana odori nauseanti, con il “pane punitivo”, poiché il carcere “non serve per restituire al mondo” ma per allontanare e infine dimenticare. Non sfuggono al lettore passaggi particolarmente forti come la descrizione che l’ergastolano ci fa del rapporto con la Principessa durante il rapimento, o dei colloqui con la madre, o delle visite delle mogli e dei figli fatte agli altri suoi compagni, dove veramente intenso è il coinvolgimento emotivo. La scelta predominante dell’asindeto come stile linguistico è ideale ai fini dell’efficacia comunicativa, e aumenta in modo esponenziale l’incisività di ogni singola descrizione trascinando fattivamente il lettore e rendendolo partecipe di quella drammatica realtà, senza sconti e senza l’ombra di fraintendimenti. Marialuisa Brunetti Esce domani 14 settembre "IL MIO Volo Magico CON CLAUDIO ROCCHI", il libro di Susanna Schimperna.9/13/2015 Esce lunedì IL MIO Volo Magico CON CLAUDIO ROCCHI, di Susanna Schimperna.
Dice l’autrice: Sì può acquistare ordinandolo in libreria oppure online. Non ci saranno copie omaggio, i ragazzi che l'hanno prodotto non solo hanno impiegato tempo, cura, energie (tante), ma l'hanno fatto a loro spese, da amici e appassionati. Prenderò solo una copia per me. Mi spiace perché vorrei regalarlo a tutti… è stupendo! Claudio ci teneva infinitamente: è il nostro poema a quattro mani… musica pura! Susanna «Credo molto in noi anche più di quanto già facciano in molti su te e me separatamente. Possiamo essere davvero una scintilla impazzita in reazione imprevista non omologabile di simbiosi energetico creativa. Per la serie "tutto quello che c'è stato prima porta qui? Eccoci."Visto che esiste solo il presente, caro collega». Princess, così Claudio chiamava colei che da lì a breve sarebbe divenuta la mia compagna nella vita, è gemella monozigote. Spesso cerca di spiegarmi quanto sia speciale e unico il legame tra lei e la sua sorella gemella: un reciproco “sentirsi” quasi soprannaturale. A casa di Susanna rimettevo in ordine alcune cose di Claudio. Lui dal letto sorride e mi chiede se mi rendo conto di quanto il nostro rapporto sia prezioso, unico, speciale. Sono contento perché riesco a mettere ogni oggetto esattamente dove lo avrebbe messo lui, ma avrei voglia di piangere, di urlare, di abbracciarlo, di fuggire. Dopo quasi due anni usiamo, o almeno proviamo, ad usare le parole per dirci cose non dette ma da sempre sentite. Siamo oltre l’amicizia vero? Oltre l’amore? Non è meraviglioso? E per la prima volta vedo sul suo viso sorridente delle lacrime. Non riesco a dire altro se non: «Siamo come due gemelli, Claudio». A volte mi sono sentito fortunato per tutto ciò che Claudio mi raccontava di sé, della sua vita, dei suoi affetti… altre volte ho provato l’imbarazzo dell’intruso, talmente stretto, profondo, intimo era il nostro scambio. Pur non avendola letta, conoscevo l’Opera, la Rinascita sua e di Susanna. Il come e quando, i perché. Le gioie, le malinconie, le difficoltà, la pienezza che ti dona il grande Amore. Entrambi poi avevamo in comune l’Isola, la Musica, il Mutamento. «Tu non eri nei miei giorni, eri altro da me, nemmeno nei dintorni. Tu non eri nei miei giorni, eri altro da me, nemmeno nei dintorni. Come avevo intuito ti avrei trovata al di là del mare, era negli esagrammi dei mutamenti la grande acqua da attraversare». Anche il mio gemello Claudio conosceva e sentiva i miei accadimenti. Troppo affini pur nelle logiche differenze. Un social network come luogo luogo comune da cui ripartire. Appuntamenti al buio densi di quella Luce che abbaglia, scalda il cuore, pacifica la mente, rende un senso alla nostra vita terrena. Aerei, traghetti, mare, musica, notti a scrivere, telefonarsi, conoscersi, scoprirsi. Intrecci innumerevoli, coincidenze che fanno sorridere e che d’incanto rendono possibile 1+1=UNO. E il tempo, il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione, diventa una Vita. Una Vita desiderata, conquistata, difesa, coltivata, custodita contro tutto e tutti. «Te lo immagini vero cosa potrebbe significare aggiungere a dolori, stampelle, nausea e fatica quotidiane anche il peso di sfiducia e scoraggiamento? Quindi, olè, qui parte un pomeriggio di lavoro fuori casa a cogliere nella pioggia la poesia, nel freddo lo stimolo, nelle grane la sfida, nella vita il dono. Ti abbraccio Marok. Ti fai un caffè al paese con me prima di partire per la tua giornata?». Nella casa ai piedi del Monte Arci, si parla di Amore. Si creano note e parole, ma l’Amore regna incontrastato in ogni gesto, in ogni silenzio, in ogni suono che segnala l’arrivo di un SMS. Ormai conosciamo tutto di noi, siamo gemelli, no? Dalla scelta di cosa preparare per cena o di quale camicia indossare. Da che disco viene messo sul piatto, dal buongiorno o dalla buonanotte, “sento” cosa accade, percepisco l’Amore di Claudio per Susanna, il loro Amore. E lui sa di mostrarsi nudo più che mai ai miei occhi così come io so di esserlo ai suoi. Empatia che a volte dilania ma che sostiene, ci sostiene in una sorta di mutua assistenza esistenziale, umana. Abbiamo freddo insieme e senza una parola il bollitore dell’acqua è sul fuoco… così pure quando sono i nostri cuori ad avere freddo o è la Luce a riempirci di gioia quando guardandoci capiamo che tutto va bene. «Sai come mi sento? Finalmente sereno». La serenità finalmente raggiunta da Claudio ha un solo nome: Susanna. Io lo so. Resta freddo a Masongiu, ma non piove più. Gianni “Marok” Maroccolo Conosco Susanna dai tempi del liceo e nonostante i distacchi, le assenze talvolta prolungate, lei in qualche modo è sempre rimasta dentro i miei giorni. Per Claudio è diverso, era un’artista che stimavo, ma che guardavo da lontano, fino al nostro incontro di qualche anno fa. Una conoscenza diretta arrivata troppo tardi, che pure mi ha dato l’opportunità di avvicinarmi alle sue ultime iniziative, così lontane dalla piatta “normalità” della vita. Forse anche per tale ragione si era interessato a Campi di Carta. Dunque, perché questa raccolta epistolare? Non bastavano già Celan, Bachman, Glattauer, Tammuz ed una folla di altri? No, non potevano bastare, c’è altro in questo incontro, fra milioni di incroci possibili fatti di pensieri e di anime, perché i messaggi che si scambiano Susanna e Claudio formano veri e propri torrenti, talvolta fiumi in piena, capaci di travolgere l’ostacolo della distanza. Eppure, nonostante questo impeto, definirei entrambi degli abili cesellatori della parola. Le parole nascono dall’esigenza di ricordare qualcosa o qualcuno quando questi sono lontani da noi, ci sopravvivono. E c’è una cosa su cui, incredibilmente, sembriamo non riflettere mai abbastanza: il nostro nome, scritto o sussurrato, sarà il modo in cui verremo ricordati un giorno, quando non ci saremo più. Le parole scritte, poi, scavalcano temporalmente il momento in cui sono state pensate, lasciando la possibilità di essere lette anche dopo; per questo, a volte, provocano una sorta di stordimento: non rispettano più il tempo in cui sono state pensate. E le nostre storie, soprattutto quelle che conserviamo nelle stanze più nascoste della nostra anima, come questa di Susanna e Claudio, che fine farebbero se continuassero a restare segrete? Serve qualcuno che ne custodisca la memoria, che sopravviva e diventi un giorno a sua volta il narratore, perché ogni storia, per esistere, ha bisogno di essere trasmessa, non importa a quanti, basta anche un altro essere soltanto. Serve un testimone che possa a sua volta raccontare, permettendo in tal modo a quella storia di esistere, anche dopo di noi, tramandando ciò che avevamo dentro il cuore. Marcello Loprencipe Fonte: https://www.blogger.com/profile/14298830876918864196 'RIMMEL': TUTTA LA STORIA DEL DISCO REGISTRATO DI NASCOSTO IN 'DE GREGORI. MI PUOI LEGGERE FINO A TARDI' DI ENRICO DEREGIBUS DE GREGORI: 'UN BEL LIBRO, MOLTO FEDELE, FA USCIRE QUELLO CHE SONO IO COME RITRATTO UMANO' GIUNTI EDITORE, 352 PAGINE È stato un cammino tortuoso quello che ha portato a “Rimmel”, l'album di Francesco De Gregori che festeggerà i 40 anni il 22 settembre all'Arena di Verona. È nato come un disco fantasma registrato di nascosto negli studi della Rca, con De Gregori che lo vuole “come un album dei Pooh” e il produttore Lilli Greco che lo scopre e vuole cestinare tutto. E ancora: il diverbio con Baglioni e poi l'amicizia, la lenta ascesa del disco nelle classifiche e di pari passo le contestazioni, “Pablo” che diventa uno slogan politico ma che viene anche suonato nelle discoteche. Questi e tanti altri sono i retroscena, gli aneddoti, le sorprese raccontati in “Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi” di Enrico Deregibus, insieme a molte dichiarazioni di De Gregori e di chi ha contribuito al disco. Il libro è la riedizione della biografia pubblicata nel 2003, un successo editoriale che ora torna completamente rivisto, arricchito e aggiornato. Lo stesso De Gregori ha molto apprezzato il lavoro: “è un bel libro, molto fedele e fa uscire quello che sono io come ritratto umano, con i lati buoni e quelli cattivi” (Blogfoolk), “è scritto molto bene, fatto con il rigore dello storico, l'ho letto con curiosità” (Repubblica). Ma anche la critica ha accolto con entusiasmo il volume. Alcuni estratti: “Deregibus è uno che la canzone d'autore - e non solo De Gregori - sa raccontarla. Firma un testo ricco e rigoroso, di comprovata completezza. Persino De Gregori, quando l'ha letto, non è riuscito a lamentarsi” (Andrea Scanzi - Il fatto quotidiano). “Un bel libro di Enrico Deregibus. Tutto quello che avreste voluto sapere su De Gregori ma non avete mai osato chiedergli” (Gianni Mura – Repubblica). “Una narrazione incalzante, anche grazie a migliaia di dichiarazioni dell'artista romano. In 352 pagine, ogni anno un capitolo, quasi 1500 documenti consultati e citati. Un ritratto per molti versi inatteso di uno dei maggiori artisti italiani” (Ansa). “Un libro appassionante e appassionato. Imbastire una biografia di Francesco De Gregori è un'impresa da maneggiare con cura. Deregibus vi si cimenta da anni con il rigore dello storico, la competenza del critico e la passione del tifoso. Una mole impressionante da cui scaturisce un ritratto cubista del più vivisezionato e sfuggente degli artisti italiani” (Michele Lauro – Panorama). “Un libro documentato, ricco di aneddotica e di testimonianze che sfatano molti luoghi comuni sul principe dei cantautori italiani” (Avvenire). “Affabulatore preciso, dettagliato, abile nel destreggiarsi tra date, notizie, eventi, dischi e concerti, Deregibus presenta una biografia appassionata di De Gregori” (Donato Zoppo – Jam). “Metteteci anche che il taglio narrativo di Enrico Deregibus è quanto di più accattivante vi riuscirà di scovare nel “giro” saggistico-musicale e avrete il quadro completo delle ragioni per cui questo libro – un moloch di 352 pagine fittissime che si “divorano” però con autentico sollievo letterario – è un libro da non mancare” (Mario Bonanno – Sololibri.net). Enrico Deregibus è giornalista e operatore culturale, si occupa principalmente di musica italiana. È membro del direttivo del Club Tenco, per il quale è anche responsabile dell'ufficio stampa, consulente del Mei, collabora con il festival “Collisioni” e con molte altre rassegne come il Premio Bindi. Ha curato il progetto “La leva cantautorale degli anni zero”. Come giornalista, ha scritto e scrive per varie testate. In campo editoriale, per Giunti ha realizzato la prima edizione di questa biografia nel 2003 ed il "Dizionario completo della canzone italiana" nel 2006. Con Enrico de Angelis e Sergio S. Sacchi nel 2007 ha curato “Luigi Tenco. Il mio posto nel mondo” (BUR). Ha inoltre pubblicato nel 2013 “Chi se ne frega della musica?” (NdA Press), una raccolta di suoi scritti. ROCK BAZAR VOLUME SECONDO 425 Nuove Storie Rock di Massimo Cotto in collaborazione con VIRGIN RADIO Collana Passioni Pop Formato 14 X 21 cm 344 pagine b/n Prezzo: 18,00 Euro DAL 14 OTTOBRE IN LIBRERIA E NELLE PIATTAFORME DIGITALI Rock Bazar Volume 2, dopo il successo della prima raccolta pubblicata nel maggio 2014, segue la “falsariga” del “fratello maggiore” e racconta attraverso delle storie follie ed eccessi del mondo del rock Come le precedenti 575 storie anche queste nuove 425 sono “borderline” tra realtà, storia, fantasia e mito; mito costruito anche sulle nebulosità delle storie e che tutti questi 1000 aneddoti (questo è il totale tra i due libri) non fanno altro che amplificare. Massimo Cotto Nato ad Asti il 20 maggio 1962 ha lavorato a lungo nei quotidiani (L'Indipendente, Il Tirreno, Stampa Sera) e per le principali riviste italiane (Espresso, Epoca, Europeo, Max, Capital, Amica, Marie Claire, Grazia, Radiocorriere, Velvet..) e internazionali (Billboard, Howl!). È stato direttore di Rockstar e direttore editoriale di Groove, Punk e Rocksound. Per vent'anni ha lavorato in Rai come conduttore di programmi radiofonici e televisivi e autore di numerosi programmi (Festival di Sanremo, Festival di Castrocaro). Tra i suoi lavori teatrali: All'ombra dell'ultimo sole sul mondo di Fabrizio De André e Da quando a ora in scena, con Giorgio Faletti. Assessore alla Cultura e alle Manifestazioni per il Comune di Asti, conduce Rock Bazar su Virgin Radio, è direttore artistico del Festival di Castrocaro, del Premio De Andrè, di Astimusica, di Visionaria. Ha scritto le biografie ufficiali di Patty Pravo, Piero Pelù, Irene Grandi, Francesco Guccini, Ivano Fossati, Enrico Ruggeri, Nomadi, Bandabardò. Sempre di argomento musicale: Leonard Cohen: Canzoni da una stanza, We Will Rock You - Il grande libro del rock (e non solo), Ma il cielo è sempre più blu, Portavo allora un eskimo innocente, Le lacrime di Marley, Everybody's Talking, Urlando contro il cielo (con Ligabue), Qui non arrivano gli angeli (con Vasco Rossi), Dove si va (con i Nomadi), Il grullo parlante (con Giorgio Panariello), Incontri con il diavolo e l'acqua santa (con Zucchero), Segni del tempo (con Luca Carboni). Due romanzi: Hobo, una vita fuori giri (Premio speciale Cesare Pavese 2003) e L'ultima volta che sono morto, con prefazione di Giorgio Faletti e postfazione di Fernanda Pivano. Per Vololibero ha pubblicato nel 2013 “Pleased to meet You” e nel 2014 “Rock Bazar” ANCHE ROCK BAZAR VolUME 2 E' UNA PUBBLICAZIONE MARCHIATA "UNA BIRRA AL VOLO" L'ACCORDO TRA IL BIRRIFICIO AGRICOLOBALADIN E VOLOLIBERO EDIZIONI SABATO 3 OTTOBRE I curatori Giordano Sangiorgi e Daniele Paletta presentano: I MEI VENT'ANNI il Meeting delle Etichette Indipendenti 1994-2014 www.vololiberoedizioni.it/i-mei-ventanni/ Intervengono: Federico Guglielmi - Critico musicale Claudio Fucci - Fondatore di Vololibero “I MEI – Vent'anni” non è la semplice storia di un appuntamento sempre più grande ed importante; va oltre, è il racconto per emozioni e sensazioni di un incontro unico atteso da molti e per molti diventato occasione di scoperta, di lancio o di conferma. Un mondo variegato, in continuo movimento, ricco (non certo dal punto di vista economico) di spunti, di idee, di musica “diversa” da quella sovente plastificata che spesso si sente in circolazione. Il libro racconta di un mondo artistico che, pur frammentato in mille rivoli, ha una sua forza e valenza che il MEI ha sempre valorizzato e mostrato. I MEI – Vent'anni” racconta, con il coordinamento di Daniele Paletta e Giordano Sangiorgi, questi due decenni. Il libro, completamente nuovo, raccoglie contributi e testimonianze di chi il MEI lo ha vissuto da dentro, da protagonista. 16 firme tra giornalisti, operatori ed addetti ai lavori hanno scritto un loro “pezzo” su questa esperienza disegnando così il percorso della manifestazione. Si aggiungono poi le foto di Roberto Tassinari che completano il volume. Da non dimenticare anche la precisa cronologia, edizione per edizione, curata da Daniele Paletta che racconta con precisione la cronaca degli eventi. DOMENICA 4 OTTOBRE TERREMOTI Una vita e un sax nella Napoli anni '80 di SERGIO "SERIO" MAGLIETTA Interverranno l'autore ed il critico Federico Guglielmi www.vololiberoedizioni.it/terremoti/ Con l'occasione il #NuovoMEI2015 premierà i BISCA per i loro 35 anni di attività indipendente. La storica band napoletana presenterà con un mini live anche il nuovo progetto discografico antologico (curato da Federico Guglielmi) che li riguarda: un doppio cd contenente i primi due vinili e un inedito Live registrato a Zurigo nel 1983. TERREMOTI è un romanzo autobiografico che ripercorre i primi anni Ottanta attraverso lo sguardo del cantante-sassofonista dei Bisca, gruppo rock antagonista. Rivissuto nel racconto, quel decennio si rivela uno snodo importante nella vita del nostro Paese, il cui spirito sembra manifestarsi con più intensità ed evidenza nella Napoli fratturata dal terremoto. Un passaggio epocale, testimone dello scivolamento repentino dalla cultura “Analogica” a quella “Digitale”. C'è Napoli, con la sua prosperosa bellezza di femmina del Sud e con la sua lingua ancestrale che affiora dai dialoghi dei protagonisti. C'è la musica, quella più insolente e viscerale, meno addomesticata, linguaggio del corpo e dell'anima per spiriti inquieti e irriducibili. Ci sono “i giovani” che consumano l'ultimo quarto d'ora di celebrità concessogli dal dominante sistema politico/economico/spettacolare. E poi c'è la vita vera. Con la violenza, la droga e la voglia di protagonismo e opposizione che creano una miscela esplosiva e dirompente. La storia si conclude nel 1985, quando quel decennio si spegne precocemente e tutte le intuizioni, le promesse e le suggestioni che il terremoto aveva liberato sembrano dissolversi. Una vicenda anomala e, allo stesso tempo, emblematica. Un terremoto dentro e fuori. Sergio Maglietta Nasce il 21 novembre 1957 a Napoli, dove compie i suoi studi suggellati da varie, brevi e brevissime incursioni universitarie in diverse facoltà: Architettura, Economia e Commercio e, infine, il DAMS a Bologna. Nel 1980 fonda il gruppo rock alternativo Bisca. Da allora scrive per la band più di duecento testi, oltre ad alcuni surreali e sarcastici racconti brevi che interpreta dal vivo su basi musicali appositamente realizzate, creando un insolito siparietto cabarettistico nello show del gruppo. Nel 1995 pubblica il racconto breve Appunti di viaggio contenuto nel libro È odio mosso da amore (ed. Zelig) sull'esperienza del supergruppo Bisca99Posse di cui è stato animatore. Del 2001 è Il Cielo Basso, disco di poesie musicate in cui spicca "La Lavatrice e il Generale", ardito parallelo tra l'elettrodomestico e il dittatore Pinochet. |
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